Eccoci con la nuova puntata del giallo dell’estate che conduciamo a quattro mani con Elena (nonsolocampagna).
Per i pigri che non si vogliono perdere una puntata le trovate qui 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16
e buona lettura agli affezionati quattro lettori.
Walter salì in camera dove si trovava in quel momento Sofia, abbastanza scura in volto per essere stata lasciata ancora una volta sola.
«Andiamo a Sulmona per la giostra?» chiese baciandola sulla guancia.
Sofia depose sul tavolino basso il libro che stava leggendo, lasciandolo aperto sulla pagina dove era arrivata.
«Sulmona? A quest’ora?» rispose con tono acido, sfidandolo con gli occhi che brillavano per l’ira. «In mezzo al casino di una folla urlante? Se vuoi visitare Sulmona, ci andiamo in un giorno tranquillo. Piuttosto andrei a Tivoli».
Walter sorrise. In realtà non aveva voglia di prendere l’auto ma piuttosto che sentirsi dire ‘perché non me l’hai chiesto’ aveva preferito scatenare la sua reazione.
«Tivoli? Certo che ci andiamo!» rispose allegro. «Partiamo alla mattina e restiamo fuori tutta la giornata. Se invece ora ci facciamo due passi nel bosco?»
La proposta raccolse l’approvazione di Sofia. In fretta si prepararono per uscire.
Mentre mano nella mano camminavano lenti nel sentiero e Puzzone libero di correre dove voleva stava al loro fianco, Walter gli raccontò gli ultimi sviluppi.
«Secondo Ceci…».
S’interruppe avvertendo la rigidezza della mano. Sapeva di aver fatto un errore lessicale citando quel nome.
Sofia si girò col volto corrugato e le labbra increspate. Gli occhi nocciola mandavano lampi minacciosi di una imminente tempesta.
«Cecilia…» cominciò Walter per mettere una pezza all’errore commesso.
«Chi sarebbe questa Cecilia?» lo interruppe bruscamente.
«…è la cameriera del nostro piano, che ci sistema tutti i giorni la camera».
Sofia si fermò guardandolo dritto negli occhi.
«Ora ti fili anche le cameriere?»
Walter rise per sdrammatizzare la situazione, mentre Puzzone aveva ruotato la testa per prestare attenzione a cosa dicevano.
«Ma cosa dici? Ho chiesto solo delle informazioni su Albertino e la sua famiglia per farmi un’opinione sulla sua scomparsa» precisò, riprendendo a camminare. «Ma che idee ti sei messa in testa? Lo sai che ti sono fedele, anche se tu…».
Walter lasciò cadere il discorso per ricordarle l’episodio del giardiniere, che aveva lasciato perdere.
“Colpita e affondata” si disse Sofia, che conosceva bene il suo uomo. “Avrebbe potuto farmi una sceneggiata coi fiocchi, perché in effetti mi ha colto sul fatto ma si è dimostrato intelligente e non ha detto nulla”.
Sofia si strinse e gli diede un bacio riparatore, mentre Walter rinfrancato riprese il discorso su quello che Cecilia gli aveva confidato. “Spero che non mi chieda dove, perché sarei fritto” pensò mimetizzando l’ansia interna.
«Tu cosa ne deduci?»
Sofia rimase in silenzio per qualche secondo prima di esprimere il suo pensiero.
«Credo che sia stato rapito. Dubito che si sia nascosto» affermò Sofia convinta.
«Perché dubiti?»
«Penso che i mancati rapitori sarebbero alla ricerca del ragazzino. Non ho mai visto facce sconosciute aggirarsi nei dintorni. Poi la felpa nascosta, il telefono buttato in un cespuglio, il bivacco nel bosco… No, è stato rapito e la morte di Francesca non è stata casuale».
«Mi hai convinto» disse Walter, mentre rientravano nell’hotel.
Fatta una rapida doccia e una puntata sul letto per farsi perdonare le cose non dette, tutti e tre scesero in giardino in attesa della cena, sistemandosi in un posto defilato su una panchina. Dalla postazione la visuale era ottima per vedere chi arrivava non visto nell’entrata riservata ai dipendenti e fornitori mentre loro potevano passare inosservati.
Stavano chiacchierando con Puzzone che sonnecchiava ai loro piedi, quando sbucò alle loro spalle Cecilia.
«Buonasera, signor Bruno» salutò la donna.
«Buonasera» rispose Walter con tono familiare, mentre Sofia passava lo sguardo sorpreso dal viso della donna a quello del compagno.
Walter deglutì pensando a due cose: “Parli del diavolo e spuntano le corna. Il saluto è stato formale e non familiare come l’ultima volta, per fortuna”.
Prima che la cameriera riprendesse a parlare, Walter fece le presentazioni.
«Sofia, questa è Cecilia, che rigoverna le nostre stanze».
«Lieta di conoscerla, signora» replicò Cecilia allungando la mano a mezz’aria.
Sofia l’afferrò e la strinse con vigore, quasi stritolandola, mentre osservava questa donna dai lineamenti poco aggraziati, piccola e rotondetta. Fece un sorriso non diretto a Cecilia ma verso se stessa. “Pensare che Walter se la faccia con questa mi fa capire che a volte mostro una gelosia fuori luogo”.
«Ci fa compagnia o deve tornare in albergo?» chiese Sofia, rinfrancata per la mancata minaccia.
«Grazie. Solo cinque minuti. Quanto basta per informare il signor Bruno su alcuni dettagli che ho scoperto in paese» disse Cecilia, sistemandosi di fianco a Sofia.
Walter annuì, riflettendo che la donna era più intelligente di quello che pensava. Quel ‘signor Bruno’ ripetuto più volte aveva smontato la diffidenza di Sofia. Inoltre cercandolo in compagnia di Sofia e non in privato avrebbe reso più credibile anche lui.
«Da fonte sicura ho appreso che la famiglia di Albertino si è indebitata con un usuraio di Roma e non hanno intenzione di pagare. La cifra esatta non si sa ma è di certo di diverse centinaia di migliaia di euro. In realtà vendendo alcuni pascoli e il bosco a Rivisondoli potrebbero ripagare il debito ma non lo vogliono fare».
«Ma l’usuraio che dice?» domandò Walter che osservava una figura maschile che si avvicinava furtiva all’albergo attraverso il giardino per non farsi notare.
«Mi hanno detto che in paese fino al giorno della scomparsa di Albertino si aggirava una coppia dalle facce sospette. Dicono che alloggiava qui» spiegò Cecilia che non si era accorta dell’uomo.
Walter ascoltava ma seguiva con gli occhi le mosse dell’uomo misterioso che aveva fotografato qualche giorno prima. Prese il telefono e fingendo di guardare qualcosa avviò il video.
«Quella coppia era ospite nell’hotel?» domandò con fare ingenuo Walter, perché diventava certezza il sospetto già forte su quella che era partita in fretta e furia il giorno della morte di Francesca.
«La macchina è stata vista nel parcheggio dell’hotel» precisò Cecilia.
«Molto interessante» affermò annuendo col capo. «Cecilia potrebbe seguire quell’uomo?»
Walter indicò col viso una persona che si introduceva nell’entrata riservata ai dipendenti.
Sofia e Cecilia si volsero, mentre lui si girava verso di loro prima di entrare con movimento guardingo per non farsi notare.
Cecilia si alzò di scatto e con passo svelto varcò la porta e scomparve all’interno.
«È una donna preziosa per le informazioni che è in grado di procurare. Del tutto affidabili» spiegò Walter, rinfrancato dall’atteggiamento di Sofia che mostrava indifferenza verso Cecilia.
«Sì» confermò laconica, perché di sicuro quella donna non avrebbe costituito nessun pericolo per lei e per il rapporto con Walter.
L’ha ribloggato su Non Solo Campagna – Il blog di Elenae ha commentato:
Se vuoi sapere qualcosa devi parlare con la cameriera. Regola aurea per un giallo che si rispetti.
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giusta osservazione 😀
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trame intricate, mi piace molto la scioltezza del linguaggio e le frasi brevi ma concise, sono contenta di avervi incrociati sul web, ma difendo il cane ha bisogno di un nome rispettoso ! ribatteziamolo
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Puzzone for ever
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porello
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Quel nome è la sua fortuna è poi fa il paio con la cagnetta di Debora che si chiama Puzzolina detta Lina.
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contento lui, bella però questa vostra passione a raccontare, è come aprire la settimana enigmistica e trovare un episodio scritto
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In parte rimane un enigma anche per noi.
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concordo, Elena.
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noi ci proviamo. L’esito lo lasciamo dire ai lettori
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enigmatico al punto giusto ! cosa difficile ma ci siete riusciti !
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ti ringraziamo ancora perché le tue parole ci fanno molto piacere
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a me fa piacere vedere la costanza, mi ispiro molto a voi, è bellina questa vostra coesione, ma se posso siete marito e moglie o perfetti estranei amici di blog ?
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Ci siamo conosciuti su WordPress. Io sono abituata agli ingegneri. Ci ho lavorato a lungo ed uno l’ho sposato.
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brava così si fa !
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una bella categoria quella degli ingegneri 😀
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Bisogna prenderli per il verso giusto.
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non sono molto comodi 😀
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Non ci si riposa 😁
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mi pare giusto 😀
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Quando si scrive a quattro mano bisogna cercare la coesione altrimenti la storia non decolla. Conosciuti sul web e anche molto distanti geograficamente. 😀
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diciamo è la loro fortuna
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ma no!
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Grazie, Elena 😀
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il nome del cane? L’ironia sta proprio lì! Bill o Bob non farebbe lo stesso effetto. Sono concorde sul fatto che sia irrispettoso ma Puzzone ama l’ironia.
Grazie per le tue parole.
Per le frasi brevi ci sono due mondi. Chi le apprezza e chi le ritiene troppo semplici. Secondo me danno velocità alla lettura. Questo non vuol dire che ci possono essere periodi più complessi o lunghi.
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D’accordo. Significa pulizia e ordine nel pensiero
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giusto
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Buon fine settimana GianPaolo 🙂
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grazie, Simona. Sia sereno anche per te
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Fossi in Sofia veglierei. 🙂
Vediamo che altro cacciate fuori dal cappello a cilindro.
Intanto un bel fine settimana ad entrambe
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non dire che saresti gelosa? Grazie per le belle parole.
Sia un magnifico fine settimana per te.
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Io son dell’idea che MAI si deve abbassare il tiro. Mio marito a 70 anni è ancora affascinante con tuta la pancia, saranno i suoi modi da gentleman che fan sentire le donne in paradiso, ma ti assicuro che cerco di vigilare.
🙂
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Ah! Dove vuoi che corra! 😀 E’ proprio la gelosia che spinge l’uomo a essere infedele.
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buongiorno Gian Paolo 🙂
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Grazie
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